di ROBERTO FIORENTINI



CIVITAVECCHIA - Sono certo che nonostante l’amicizia che mi legga a Gino Saladini ed il fatto che siamo “soci” in certe scorribande teatrali,  potrò giudicare il suo nuovo romanzo “L’uccisore” edito da Rizzoli con una sufficiente autonomia di giudizio. Od almeno provarci.

L’uccisore è uno di quei romanzi che ti tengono incollati alle pagine e ti fanno fare le ore piccole, disturbando con la  luce accesa, la persona che ti dorme accanto , quando leggi a letto. Questo è quello che ti accade se ti lasci catturare dal suo plot accattivante, che rimbalza tra due epoche , l’oggi della protagonista, la particolare poliziotta Ada Seles e gli inizi del ‘900 del co-protagonista, il celebre criminologo Cesare Lombroso. Esatto: Cesare Lombroso, proprio quello reso celebre dalla teoria della fisiognomica applicata alla criminologia , che scopriamo anche studioso ed appassionato dello spiritismo e di tutto quello che oggi chiameremmo parapsicologia. La storia si dipana in un mondo che, in qualche modo, richiama quello del bestseller di Dan Brown “Angeli e Demoni”, descrivendo ambienti vaticanensi, corrosi da segreti e spie, in costante guerra con misteriose ed antichissime sette. Ma lo fa , se possibile, con minore approssimazione ed esagerazione, riuscendo a rendere incredibili organizzazioni che, approfondendo, ho scoperto esistere davvero.

Non sarebbe giusto raccontare la trama, neppure accennandola. Il gusto del lettore è scivolare dentro di essa, affezionandosi ai personaggi, alcuni dei quali davvero interessanti, tanto da reclamare persino maggiore spazio di quello che hanno nella storia. Su tutti, per me,Padre Matteo Terriaca, un curioso mix di prete, agente segreto, studioso e pugile.

Quindi, ricapitolando, la storia è avvincente e ben costruita e porta il lettore a voler giungere presto alla fine del libro, che chiude con una autentica girandola di colpi di scena. I personaggi sono azzeccati e riconoscibili, la parte di ricostruzione storica e scientifica, anche grazie al fatto che l’autore è , anch’esso , un curioso mix di scrittore, patologo e psicoterapeuta, è precisa e approfondita. L’uccisore, vedrete, vi prenderà e vi spaventerà. Io so di alcuni che , quando lo riponevano sul comodino, lasciavano accesa una lucetta per la notte. Ecco, se siete di quelli che si impressionano un bel po’, leggetelo di giorno, perché questo noir, maturo e davvero compiuto, il suo “lavoro” di incuriosire, divertire, spaventare e inquietare lo fa fino in fondo. E , credo, che per un romanzo così questo sia il complimento migliore che si possa fare.