Procede a spron battuto il procedimento disciplinare intentato dai Ds nei confronti dell'ala dissidente'' dell'Area Mussi. Un procedimento avviato dalla stessa segretaria Annalisa Tomassini all'indomani delle elezioni, quando, in violazione del regolamento del partito, alcuni esponenti hanno scelto di candidarsi con la lista Unione Democratica, presentatasi in concorrenza anche con la coalizione sostenuta dalla maggior parte della Quercia e schierandosi al fianco di Marco Piendibene.

Proprio il candidato della sinistra alle scorse elezioni comunali è in cima alla lista dei denunciati'' dalla segretaria.

Insieme a lui altri militanti e dirigenti del partito, «ma anche semplici rappresentanti di lista - spiega il coordinatore della Mussi Fabrizio Barbaranelli - per un totale di 12 persone. Si tratta di una decisione che non credo abbia precedenti nella storia dei Democratici di Sinistra, visto che da sempre i Ds, che sono un partito numeroso, prestano'' rappresentanti di lista ai cugini della sinistra, senza per questo incappare in sanzioni. E poi ci sono casi come il mio, che sono finito nella lista nera'', pur non essendo nà© candidato nà© rappresentante di lista».

Barbaranelli evita di lanciarsi in considerazioni azzardate, «visto che - ricorda - esiste un procedimento, che anche se iniziato con tempi un po' diversi da quelli attesi, è al momento in corso», ma lascia intendere di non ritenere corretto nemmeno la procedura con cui la segretaria ha provveduto a denunciare'' i compagni di partito, fornendo di fatto una lista preconfezionata di persone alle quali peraltro è stata sospesa l'iscrizione, decisione la cui titolarità  di norma spetta ad organismi di garanzia e non esecutivi.

Non cambia dunque la linea dura assunta dall'Area Mussi nei confronti della dirigenza del partito, accusata nei mesi scorsi dallo stesso Barbaranelli in una lettera aperta di gestire in modo autarchico la Quercia, che d'altra parte non vede riunire i propri organi dirigenti dall'aprile scorso.

Peraltro, fece notare in quell'occasione Barbaranelli, il partito si mostra assai solerte nell'individuare le colpe'' della Mussi, dimenticando invece altri fulgidi esempi di violazione dello statuto, che prevede, ad esempio, l'impossibilità  di assumere incarichi amministrativi per coloro che provengono da altri partiti. In una simile condizione si trovano ad esempio Magliani e Frascarelli, entrambi consiglieri della Quercia. Ma per loro evidentemente, è possibile chiudere un occhio.