di MARCO SETACCIOLI

Sono almeno 12 gli scheletri, tutti o quasi in ottimo stato di conservazione, rinvenuti nel corso dei lavori di ristrutturazione della Chiesa della Stella. Un vero e proprio sepolcreto, nascosto appena sotto il pavimento, oggi riportato alla luce grazie all’opera di recupero di questo antico luogo di culto cittadino, voluta dall’Arciconfraternita del Gonfalone. Una scoperta che ha naturalmente attirato l’attenzione della Soprintendenza ai Monumenti e di quella Archeologica e che, anche se non inattesa, conserva un alto valore storico, soprattutto per le numerose epigrafi rinvenute, che saranno ora tutte esaminate e accuratamente catalogate.
Un rinvenimento non inatteso, si diceva, dal momento che, in tutte le chiese di epoca prenapoleonica, inclusa quella della Stella, sacerdoti, prelati, nobili, ma anche semplici cittadini venivano solitamente sepolti in piccole fosse scavate sotto il pavimento (pratica che poi fu proprio Napoleone Bonaparte a vietare). Un riposo eterno che, nel caso della piccola e antica chiesetta civitavecchiese, nemmeno i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale sono riusciti a disturbare. Le macerie del conflitto furono infatti frettolosamente gettate in due camere CHIESAsotterranee rinvenute nei pressi dell’entrata e il sepolcreto fu subito ricoperto da un nuovo pavimento. Almeno fino a due mesi fa, quando l’Arciconfraternita ha dato il via ai lavori di ristrutturazione della chiesa, sorta nel XVI secolo e ampliata circa 200 anni più tardi. «I corpi che abbiamo ritrovato – racconta Carla Vaudo, collaboratrice della Soprintendenza – sono dodici in tutto. Dieci di questi erano sepolti proprio sotto il pavimento, in punti diversi della struttura, probabilmente scelti in base al grado sociale del defunto. Due di questi sono proprio ai lati dell’altare, ma servirà tempo per stabilire chi fossero, mentre di fronte giace certamente un sacerdote, visto che lo scheletro indossa ancora l’abito talare ed ha il capo avvolto in un sudario». Tutti i corpi giacciono in casse di legno di forma trapezioidale, ottimamente conservate (sul cui coperchio era disegnata una grande croce che ne percorreva l’intera lunghezza), rivestite esternamente di zinco e tutte sepolte con orientamento est-ovest, fatta eccezione per due di queste, interrate nella direttrice nord-sud, ma solo per mancanza di spazio. Anche le fosse sono ciascuna diversa dall’altra: alcune scavate nella nuda terra, altre circondate da strutture in muratura e accuratamente intonacate, ricoperte poi con laterizi cementati, lastre o anche qui semplice terra, con una cura forse anche in questo caso dipendente dal ceto sociale dei defunti. «Ma abbiamo poi anche controllato le due camere sotterranee che si trovano nei pressi dell’entrata e tra le macerie che abbiamo estratto abbiamo trovato anche delle formelle dell’antico pavimento settecentesco e le lapidi che probabilmente ricoprivano le tombe prima della Guerra, con tanto di epigrafi, una delle quali apparteneva ad una donna. Sotto le macerie poi altre due casse con altrettanti scheletri: probabilmente gente del popolo, che non poteva che permettersi altra sepoltura che quella in camere comuni come queste, che svolgevano le funzioni di veri e propri ossari».
Gli scheletri ora verranno ricomposti in piccole casse di zinco e, dopo gli studi ai quali saranno sottoposti, verranno collocati nelle camere sotterranee, fatta eccezione per due di loro, che sono invece in uno stato di conservazione migliore, il sacerdote, sepolto davanti all’altare e un altro misterioso corpo, riportato alla luce nei pressi del lato sud della chiesa, che reca ben visibile sul vestito, all’altezza del CHIESApetto, il segno lasciato dall’ossidazione di una fibula a forma di croce, forse di rame o di bronzo, che ne testimonia l’appartenenza all’Arciconfraternita, forse anche in qualità di priore. Tutto il materiale trovato sarà poi catalogato e studiato, mentre il sepolcreto sarà di nuovo chiuso e la terra tornerà ad abbracciare le casse vuote. Solo allora la Chiesa della Stella che ha mostrato a pochi i misteri più profondi del suo plurisecolare passato, tornerà nuovamente a guardare al futuro.