di RICCARDO VALENTINI

Partirà questa notte il giovane Riccardo Esperto, pilota locale di offshore. Un’avventura sicuramente entusiasmante, che inizia con un lunghissimo viaggio in macchina: Esperto infatti si recherà in auto con il suo collega, Roberto Lo Piano, proprietario romano dell’imbarcazione e primo pilota, verso la Germania del nord, dove da poi si imbarcherà per la Svezia, dove dal 5 al 10 luglio correrà il mondiale di offshore classe 3.
Uno sport questo raramente sulle prime pagine dei giornali. Ne abbiamo parlato proprio con Riccardo Esperto, 24 anni, nostro giovane concittadino.
Da quanto tempo pratica questo sport?
«Ho iniziato a correre dal 2007 e devo dire che mi sono tolto parecchie soddisfazioni, quello di Okarshamn in Svezia sarà il mio quarto mondiale, una competizione ovviamente di altissimo livelllo».
Chi è Lo Piano? Quali sono i vostri obiettivi?
«Lo Piano è vice campione in carica del mondo, ha dalla sua sia un’esperienza di navigazione e di gara che un budget non indifferente. Si parte con grandissime ambizioni, ci sono tutte le premesse per fare un campionato di vertice e tentare la vittoria».
Quali sono esattamente i compiti di un copilota?
«Il copilota deve gestire l’assetto dell’imbarcazione, l’inclinazione del motore e la rotta di navigazione. Ruoli delicati, Lo Piano ha detto di avermi scelto, nonostante la mia giovane età, per il mio mix di adrenalina, freschezza ma anche esperienza, visti i miei precedenti mondiali. Sono contento di averlo ben impressionato».
Come sarà la gara in Svezia?
«Sarà una gara sicuramente difficile, nella quale i piloti di casa saranno avvantaggiati. Al via saremo in trenta equipaggi, e la gara sarà divisa sia in tratti nei fiordi sotto costa, con mare presumibilmente calmo, sia in tratti di mare aperto, dove le onde agiteranno le acque. Sarà fondamentale applicare una buona strategia, la notevole differenza di condizioni climatiche fra i due tratti obbligherà a scegliere un settore sul quale puntare forte e uno sul quale andare necessariamente più cauti».
Cosa è all’atto pratico a fare la differenza fra mare mosso e mare calmo?
«È una questione di elica. Esistono quelle da mare mosso e quelle da mare calmo. A seconda della strategia che si applica si decide di usarne una, che ovviamente andrà forte nel suo settore e di meno in quell’altra condizione».
Quali potranno essere i punti a vostro favore e quelli a vostro sfavore?
«Sicuramente la conoscenza del mare non sarà dalla nostra. In gara ci saranno anche equipaggi svedesi, noi dovremo far leva sulla grande dote che abbiamo noi italiani di arrangiarci nelle situazioni più difficili».
Come sarà articolata la gara? Conosce già il percorso nei dettagli?
«Staremo in Svezia per cinque giorni, ma correremo in tre gare: una il 6 luglio, una il 7 e una il 9. Quella del 7 luglio ha previsto un percorso più lungo, mentre le altre due uno più breve. Chi riesce a totalizzare più punti in queste tre tappe si aggiudica la vittoria del mondiale. Un giro in genere sono circa quattro miglia, quando parliamo di gara lunga si intendono circa otto o dieci giri, quando invece parliamo di competizione lunga intendiamo circa quindici giri. In quel caso sarà fondamentale anche la resistenza, è un circuito sicuramente impegnativo».