di ROBERTA GALLETTA

La pineta della Frasca, ultimo vero polmone verde della città e attualmente di proprietà dell´Arsial, è da considerarsi un´importante e documentata zona di rispetto di biodiversità, tanto da essere inserita nel Piano Territoriale Paesistico (PTP) fra le aree boscate e sottoposta, relativamente all’entroterra e alla fascia costiera, a vincolo di in edificabilità, mentre il tratto marino antistante la pineta è inserito, invece, nei Siti d’Interesse Comunitario, appartenente alla rete di protezione della biodiversità denominata Natura 2000 della comunità europea. In particolare l’area marina ospita un importante comunità con la specie Pinna Nobilis, il corallo e altri rarissimi molluschi ed una prateria di poseidonia Le presenze storiche e archeologiche sono invece rappresentate dalla località denominata Torre Valdaliga che conserva i resti di una villa romana marittima con annessa peschiera, mentre poche decine di metri prima vi sono ancora testimonianze di un complesso abitativo protourbano di epoca villanoviana che insieme alla villa marittima e alla peschiera condividono la bellezza della zona, nonostante la ingombrante presenza della centrale a carbone ENEL, con l’elegante torre secentesca di avvistamento chiamata Torre Valdaliga costruita da papa Paolo V Camillo Borghese tra il 1610 e il 1612 come completamento di un grande sistema difensivo costiero voluto dal suo predecessore Pio V. Su questa costa nel tratto che lambisce il camping “Traiano”la presenza di resti di un’altra villa di epoca romana legata anche ad un vero e proprio porto per l’approdo delle navi, chiamato Columna, conferma non solo l’interesse umano sulla zona, ma l’effettiva valenza pratica di tutta questa golfata nel dare asilo alle imbarcazioni in difficoltà ma anche nell’essere una zona altamente strategica per gli scambi commerciali nelle epoche antiche.
Appena poco prima di giungere nel complesso residenziale de Le Villette, in località di Sant’Agostino, i resti dell’altra Torre costiera di Bertaldo o di Sant’Agostino, si raccordano alla Torre Valdaliga quali elementi fondanti del sistema difensivo costiero tra il XVI e il XIX secolo.
La leggenda, che legherebbe il luogo al nome di uno dei padri fondatori del cristianesimo e la presenza proprio nell’area delle Villette dell’antico porto di Giano, conferma la rete di approdi sopra ricordati.
Il nome stesso di Frasca è riconducibile ad una intensa attività commerciale marittima, perché deriverebbe dall’uso che in passato i pescatori facevano di rami (le frasche) collocati verticalmente in mezzo al mare per segnalare la giusta via per giungere senza difficoltà agli approdi delle imbarcazioni. In caso di poca visibilità, infatti, i rami venivano incendiati così da illuminare il percorso ai natanti in difficoltà.
Il sito, qualificato, nel citato PTP, come “zona archeologica a tutela orientata” gode di ben due vincoli archeologici - sia per il settore a terra che per quello a mare – apposti nel dicembre 2008 e nell’ aprile 2009 dalla Sovrintendenza Archeologica all’Etruria Meridionale e che insieme all’interesse comunitario rappresentato dal SIC protegge ancora, nonostante tutto, l’area più bella della costa civitavecchiese.