CIVITAVECCHIA - L’operazione ‘‘De Carolis’’ è costata finora 180 mila euro dal punto di vista sanitario, di cui 5 mila euro di soli farmaci. Il dato è emerso questa mattina, nell’ambito della seduta della Commissione Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali della Regione Lazio dedicata all’emergenza immigrati. Presenti all’incontro il direttore generale della Asl RmF Salvatore Squarcione e l’assessore alle Politiche sociali della Pisana Aldo Forte. È stata esaminata la situazione della struttura di Civitavecchia, al momento il comune laziale maggiormente coinvolto nelle procedura di accoglienza dei circa 700 profughi giunti via mare a partire dal 5 aprile scorso dal centro di accoglienza di Lampedusa. Per le tematiche di carattere sanitario, in prima linea ci sono proprio la Asl RmF e l’ospedale San Camillo, il cui personale è affiancato da Croce Rossa Italiana, Società Italiana Maxillo Odontostomatologica, Associazione Medici Stranieri in Italia, mediatori culturali e psicologi. In particolare, la Asl ha costituito una unità di crisi per far fronte ai diversi aspetti dell’emergenza: dall’analisi sintomatologiche, all’incremento di ore di reperibilità del personale dipendente, alla maggiore dotazione di ambulanze. Se la spesa sanitaria, finora, è stata quella di 180 mila euro, a costo zero, invece, è risultato il trasferimento nel Lazio dei minori tunisini smistati in vari centri di accoglienza sul territorio regionale, a fronte di una retta giornaliera da 60 euro assicurata su base pluriennale dal ministero dell’Interno. Intanto anche questa mattina sono stati moltissimi gli immigrati che, provvisti di regolare permesso di soggiorno temporaneo, si sono recati alla stazione ferroviaria per poi raggiungere i propri amici e parenti in diverse zone dell’Italia e dell’Europa. Questa mattina poi, poco prima delle 10, è approdato anche il traghetto della Tirrenia ‘‘Nomentana’’ con a bordo i 96 tunisini, provenienti da Cagliari e tutti in possesso del permesso; le operazioni di sbarco sono state seguite dalle forze dell’ordine, dalla Capitaneria di porto e dal Comune, con gli immigrati che sono stati accompagnati con due pullman alla stazione ferroviaria, dove hanno lasciato Civitavecchia in treno.