di MATTEO MARINARO


È in programma questo fine settimana presso il Casino dell’Aurora Palazzo Pallavicini di Roma l'edizione 2009 di Capolavori da scoprire – Lotto e Reni. Nella splendida struttura capitolina, sabato e domenica dalle 10 alle 19 i visitatori avranno l'occasione di entrare in contatto con l’arte segreta e preziosa delle più importanti famiglie romane.


La manifestazione, giunta alla sua quinta edizione e fortemente voluta dall’Associazione Dimore Storiche Italiane del Lazio, è realizzata con il sostegno della prestigiosa Maison ginevrina di orologi e gioielli Chopard, di proprietà della famiglia Scheufele, che da anni contribuisce allo sviluppo della ricerca medica, prende parte a diverse manifestazioni benefiche e sociali a favore di varie fondazioni, come la Prince’s Foundation, che opera nell’ambito dell’arte, dell’architettura e a difesa dell’ambiente, o la Fondazione Internazionale per la ricerca contro la leucemia, patrocinata dal tenore José Carreras, o ancora la Elton John AIDS Foundation. Un contributo, quello di Chopard, che testimonia ancora una volta la particolare attenzione e sensibilità della Maison a tutto ciò che riguarda la conservazione dei beni culturali.


Due le opere protagoniste. “La lussuria scacciata dalla castità” di Lorenzo Lotto, datata 1530, rappresenta un’allegoria della Castità (simboleggiata dalla presenza dell’ermellino) che scaccia la Lussuria. Neanche la critica più recente tuttavia ha approfondito l’iconografia di questo dipinto che resta un “unicum” nella produzione di Lotto. L’opera è entrata a far parte della collezione Pallavicini all’inizio dell’ Ottocento e da allora è sempre stata oggetto di studio per la sua singolarità, sia per il confronto stilistico con la restante produzione di Lotto sia per il tema trattato. L'altro capolavoro esposto sarà  “Mosè con le tavole della legge” firmato da Guido Reni, opera della Galleria Borghese che è stata restaurata grazie all’interesse dell’A.D.S.I. – Sezione Lazio e al contributo di Chopard. Il dipinto raffigura il patriarca Mosè dopo la sua discesa dal monte Sinai, ed è documentato nella collezione Borghese dal 1657. Probabilmente faceva già parte delle opere raccolte dal cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V, grande estimatore dell’artista bolognese e forse committente dell'opera. L’esposizione di questa opera all’interno della cornice del Casino dell’Aurora, si presenta come una testimonianza appropriata di quella profonda stima esistente tra il committente e l’artista.